Nick O’Connell
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PER COMUNICAZIONE IMMEDIATA
Esclusivo: La Vita di un Migrante nel Gran Ghetto
Abbiamo visitato la nota baraccopoli nei pressi di
Foggia per un reportage inedito sulle condizioni di quest’area.
FOGGIA, ITALIA 17 ottobre 2019 – La scorsa settimana Pamela Kerpius, fondatrice e corrispondente per l’Italia di Migrants of the Mediterranean, ha visitato il Gran Ghetto di Foggia, una delle più note baraccopoli del paese coinvolta direttamente nello sfruttamento dei migranti a sostegno dell’economia agricola italiana. Il Gran Ghetto è un esempio di come le condizioni di vita dei migranti spesso rimangono precarie anche anni dopo aver attraversato il Mediterraneo.
“Peter” (proveniente dalla Sierra Leone; il nome è modificato per garantire la sua sicurezza) ha scortato personalmente Kerpius all’interno della baraccopoli tra fango e miseria per mostrarle in che condizioni si vive in quell’area. Peter è in Italia da quasi tre anni ma è solo dal mese scorso che vive nel Gran Ghetto, dopo lo sfratto dal suo alloggio statale ad Isernia dovuto alla bocciatura definitiva della sua richiesta d’asilo.
Non avendo nessun altro posto dove andare, Peter ha raggiunto un amico che viveva già nel ghetto e si è recato a Foggia. Oggi Peter lavora nei terreni agricoli della zona e dorme in una piccola roulotte insieme ad altri quattro. Secondo le sue stime, le persone che vivono attualmente nel ghetto sono più di 500. Le riserve d’acqua sono scarse, non c’è acqua calda per lavarsi e nemmeno strutture igienico-sanitarie disponibili all’interno della baraccopoli.
Il Gran Ghetto rappresenta una parte d’Italia completamente dimenticata. Non è visibile, e per questo non se ne parla. Si trova, infatti, nascosto in un remoto pezzo di terreno agricolo lontano dagli occhi di passanti, residenti o turisti.
Come ha osservato Kerpius, “[Il Gran Ghetto] fa parte di un sistema di sfruttamento dei migranti che li rende i più impotenti tra i vulnerabili, costretti a lavorare in un campo per guadagnare poco perchè non c’è altro lavoro per loro; gli alloggi in cui sono stipati sono deplorevoli e antigienici, e le loro condizioni di vita sono legate direttamente all’economia agricola italiana.”
Leggi il primo resoconto di Kerpius sulla visita al Gran Ghetto e guarda l’inedito reportage vide e fotografico su questa nota area ora disponibile sul sito web. Ascolta la conversazione con Peter sul podcast Open Encounters.
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Migrants of the Mediterranean, chi siamo.
Migrants of the Mediterranean è una pubblicazione online di storytelling umanitario impegnata a documentare i viaggi di singoli migranti che hanno traversato continenti, stati, il deserto del Sahara e il Mar Mediterraneo per raggiungere l’isola di Lampedusa, estremità meridionale dell’Europa nel Mediterraneo centrale.
Questo archivio è stato creato con lo scopo di restituire alle persone la dignità che gli è stata strappata durante il viaggio e la tratta di esseri umani, in particolar modo in Libia, paese in cui hanno subito abusi umanitari come la schiavitù e la tortura. L’archivio di Migrants of the Mediterranean ha anche un valore di testimonianza storica. Le storie narrate sono veri e propri documenti dai quali si intuisce la realtà in cui si trovano questi migranti in un momento così cruciale.
Pamela Kerpius, fondatrice e corrispondente in Italia di Migrants of the Mediterranean, incontra ogni migrante personalmente sull’isola di Lampedusa e in altre città italiane per condurre interviste faccia a faccia. Dopo il trasferimento sulla penisola, il racconto prosegue e Pamela documenta la quotidianità di queste persone mentre attendono che la loro richiesta d’asilo venga esaminata.