Vi Presento Ousman

Ousman, alcuni giorni dopo il salvataggio nel Mar Mediterraneo. Lampedusa, Italia; aprile 2017. ©Pamela Kerpius

Ousman, alcuni giorni dopo il salvataggio nel Mar Mediterraneo. Lampedusa, Italia. Aprile 2017. ©Pamela Kerpius/Migrants of the Mediterranean

Di
Pamela Kerpius

Registrato:
28 April 2017

Pubblicato:
2017


Traduzione: Leonardo Urbini

Vi presento Ousman.

Ha 19 anni ed è originario di Serekunda, Gambia.

Per raggiungere Lampedusa ha attraversato otto paesi: il Gambia, il Senegal, la Guinea-Bissau, la Mauritania, il Mali, il Burkina Faso, il Niger e il più pericoloso di tutti, la Libia.

Il suo viaggio, in totale, è durato più di tre anni. E il suo percorso è stato singolare perché ha attraversato l’Africa occidentale a zig-zag prima di immettersi nella rotta dei trafficanti di esseri umani dal Niger alla Libia fino al mare.

Per Ousman la prima tappa è stata la Guinea-Bissau dove ha lavorato per due anni e mezzo in una foresta tagliando alberi per legna da ardere. Lasciata la Guinea-Bissau per cercare un nuovo lavoro, è arrivato in Mauritania. Percorrendo la strada più diretta, avrebbe dovuto attraversare nuovamente il Senegal e forse il Gambia, ma può anche darsi che abbia seguito un altro percorso.

È rimasto e ha lavorato in Mauritania quattro mesi, ripartendo poi per cercare un altro lavoro. Ha passato due giorni a Bamako, in Mali, e altri due giorni attraversando il Burkina Faso.

Si è fermato a Niamey, capitale del Niger, per poi proseguire, come molti altri, verso Agadez, dove è rimasto due settimane.

Ousman ha attraversato il deserto del Sahara per quattro giorni nel retro di un pick-up insieme a 28 persone. Aveva cinque litri di acqua con sé. Ha visto scheletri e cadaveri umani. Aveva paura. Nonostante il caldo insopportabile del giorno, aveva freddo al calare della notte.

È arrivato a Baye*, in Libia, dove si è fermato per una sola notte per poi proseguire verso Gadro*, dove è rimasto a lavorare nove mesi. Dice che non si sentiva al sicuro in questa città. Il suo stipendio variava a seconda di quanto volesse spendere ogni giorno il suo datore di lavoro: oscillava dai 5 ai 15 dinari, ma a volte rimaneva a mani vuote.

Ha poi lasciato Grado, si è fermato due giorni a Delgar* e ha poi proseguito fino a Sebha. Ha viaggiato in una macchina coperta, così che nessuno lo potesse vedere. Nel campo in cui si trovava a Sebha c’erano più di 100 persone.

A bordo di un’altra auto coperta, si è poi spostato ancora una volta verso una città di cui non ricorda il nome per rimanerci tre giorni. Non era facile viaggiare su quell’auto dato che vi erano ammassate più di 60 persone, una sopra l’altra.

In Libia Ousman ha attraversato diversi punti di trasferimento, circa 12 secondo le sue stime. Ad ognuno di questi punti di trasferimento un nuovo autista veniva pagato per prendere i migranti. Praticamente un gruppo di esseri umani viene venduto a un nuovo trafficante a ogni tappa del viaggio.

Ci sono troppe persone a bordo della barca… tutti piangono.

Ousman è arrivato a Ain Zara (1), quartiere a sud-est di Tripoli. Qui, lo hanno rinchiuso in un campo per quattro giorni. Alcuni suoi amici lì dentro gli pagavano acqua e cibo per non farlo morire di fame o disidratato: nel campo ti viene dato del cibo solo se puoi pagartelo e, a questo punto, Ousman non aveva più soldi.

È stato poi trasferito a Sabrathalin (2), un campo vicino al mare, dove è rimasto tre settimane. Non era un campo sicuro. C’erano uomini armati ovunque. Ousman ricorda che era “impossibile” contare il numero delle persone all’interno del campo, ma ne stimava più di 5000. C’era poco cibo a disposizione e da bere solo acqua di pozzo contaminata.

Ousman ha attraversato il Mediterraneo a bordo di un gommone con 168 persone, tra queste 30 donne, di cui due incinte, e sei bambini.

Gli ho chiesto di descrivermi quella scena: “Non è facile. Ci sono persone che piangono. Ci sono troppe persone a bordo, perciò molti stanno in piedi e l’acqua continua ad entrare nella barca…itutti piangono.”

È stato in mare 10 ore prima di essere salvato dalla Guardia Costiera e portato a Lampedusa, dove è arrivato alle 6 del mattino della domenica di Pasqua il 16 aprile 2017.

Ousman è un essere umano straordinario.

*Nome della città e ortografia non verificati. 

(1) Qui si trova la famosa prigione di Ain Zara, in cui viene registrato un numero inestimabile di arresti arbitrari. Questi prigionieri sono ex simpatizzanti di Muammar Gheddafi, suoi agenti o presunti agenti.  Alcuni di loro sono stati processati ma molti vengono regolarmente torturati e picchiati, il che è simile a come vengono trattati i migranti catturati nei centri di detenzione non ufficiali o nelle prigioni libiche. Includiamo questi dettagli per un’ulteriore consapevolezza delle innumerevoli violazioni dei diritti umani che si verificano in tutta la Libia. 

(2) Il nome di questa città e l’ortografia non sono verificati. Gli ho chiesto se intendesse il campo costiero di Sabratha, dove ogni migrante che ho conosciuto finora si è fermato per imbarcarsi, ma sia lui che i suoi amici insistevano dicendo che era un posto nuovo creato come punto di partenza alternativo. Non sono riuscita a localizzarlo sulla mappa.